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Le patologie vertebrali
più frequentemente trattate
con la chirurgia

Q uando parliamo di patologie vertebrali che possono essere trattate oggi con l’ausilio della chirurgia vertebrale occorre fare alcune premesse importanti. La prima è che l’intervento chirurgico non deve essere considerato sempre come l’ultima scelta. Il moderno approccio alle patologie della colonna prevede un percorso di cura articolato in diversi passaggi: dalle terapie conservative a quelle interventistiche, dalla diagnostica per immagini alla fisioterapia. In questo percorso la chirurgia può posizionarsi tanto all’inizio quanto nel mezzo o alla fine. Tutto dipende sempre dal quadro clinico del paziente.

In questo complesso scenario, la moderna tecnologia che si avvale dei robot e dei sistemi di navigazione intraoperatoria per operare in maniera sicura e mininvasiva può oggi essere d’aiuto in un numero sempre crescente di casi.
Va ricordato che sarà comunque sempre e solo il parere di uno specialista a determinare se la chirurgia può essere la soluzione.

Lo stato dell’arte attuale qualifica la chirurgia robotica come una scelta estremamente valida in tutti i casi in cui sia necessario operare una stabilizzazione tra due o più vertebre mediante l’utilizzo di mezzi di sintesi, come viti peduncolari, placche e protesi (cage) intervertebrali. Le patologie indicate qui sotto sono quelle più frequentemente trattate nelle loro forme più gravi e degenerative con la chirurgia vertebrale e, dove possibile, con la chirurgia vertebrale robotica, che garantisce numerosi vantaggi.

In realtà, però, poiché la tecnologia è relativamente giovane, ogni anno vengono sperimentati nuovi utilizzi dei robot, rendendo già possibili ad esempio resezioni di tumori spinali, osteotomie e interventi su traumi spinali. La raccomandazione è nuovamente quella di rivolgersi a uno specialista di chirurgia vertebrale robotica per valutare la possibilità d’intervento nei casi specifici.

Ernia del disco lombare

L’ernia del disco è una delle patologie più comuni e si verifica quando un disco intervertebrale si lacera, determinando una fuoriuscita del nucleo polposo che va a comprimere le strutture nervose adiacenti, causando dolore e altri disturbi.
L’ernia può verificarsi sia in dischi sani, sia in dischi usurati. Di solito si riscontra nel tratto lombare, ma frequentemente la osserviamo anche nel tratto cervicale, e spesso regredisce spontaneamente.
In molti casi il trattamento conservativo è risolutivo, ma quando la compressione dei nervi è grave e il dolore intrattabile può essere necessario intervenire chirurgicamente, operando una artrodesi, ovvero una stabilizzazione o fusione vertebrale. L’utilizzo dei robot chirurgici in questi casi è oggi di grande supporto.

Ernia del disco cervicale

Quando l’ernia del disco compare nel tratto cervicale – in genere per degenerazione dei dischi, per traumi (tipico il colpo di frusta) o per sovraccarico prolungato – oltre al dolore compaiono vari sintomi neurologici alle spalle, agli arti superiori e alle mani. Quando il trattamento conservativo non è risolutivo, poiché è presente una compressione dei nervi grave e dolore intrattabile, può essere necessario intervenire chirurgicamente: un intervento che può essere praticato con un approccio microchirurgico, optando per una microdiscectomia con protesizzazione del disco.

Stenosi del canale

La stenosi del canale vertebrale è il restringimento del canale spinale, l’area anatomica in cui si trovano il midollo spinale e le radici nervose che da esso si dipartono. Tipicamente si tratta di una patologia che interessa l’area cervicale o quella lombare e che dipende da varie cause, a volte congenite.
Quando il restringimento determina una compressione del midollo o dei nervi del tratto lombare, compaiono vari sintomi, più o meno importanti a seconda del grado e dell’azione della compressione: disturbi della sensibilità (braccia o gambe) deficit della forza, disturbi alla deambulazione, riduzione dell’autonomia di marcia, dolore (lombalgia o cervicalgia)
In presenza di un quadro sintomatologico prolungato e invalidante, i trattamenti conservativi e antalgici non sono più sufficienti. In questo caso lo specialista può valutare un intervento chirurgico di laminectomia, di foraminectomia o di artrodesi. Questi interventi vengono realizzati anche utilizzando tecniche mininvasive e con l’ausilio dei robot chirurgici di ultima generazione.

Scoliosi degenerativa

La scoliosi è una deformazione del rachide che determina una torsione laterale della colonna vertebrale. A seconda del grado di deviazione – misurato sulla scala dell’angolo di Cobb – sono previsti vari tipi di terapie conservative volte a correggere la curvatura.

In presenza di una scoliosi lieve (10-20° Cobb) si consigliano ginnastica posturale e fisioterapia, quando la scoliosi è moderata (tra i 20° e i 40° Cobb) in genere si opta per una correzione con busti, corsetti o tutori ortopedici.
Quando invece siamo in presenza di una scoliosi grave (oltre i 40° Cobb), con la morfologia del rachide alterata vistosamente, o di una scoliosi degenerativa (forma che compare e si aggrava nell’individuo adulto o in età senile) che non rispondono ad altri trattamenti, va preso in considerazione un intervento chirurgico. Si tratta di una stabilizzazione della colonna con barre in titanio fissate tramite viti che permettono di ottenere una correzione stabile. Per questo intervento la chirurgia robotica è altamente indicata grazie alla sua precisione e all’approccio mininvasivo.

Spondilolistesi

La spondilolistesi è lo scivolamento di una vertebra su quella sottostante. Può essere causata da lisi istmica congenita o degenerativa da incompetenza articolare. In genere si verifica nel tratto lombare e lombo-sacrale e può causare lombalgia e sciatalgia.
Come sempre, è il grado del disturbo e dei suoi sintomi a determinare il percorso terapeutico. Nei casi lievi e moderati si opta per alleviare il dolore con farmaci analgesici e si consiglia al paziente una ginnastica posturale, con potenziamento muscolare e allenamento della core stability.
Quando però il dolore è forte, persistente e invalidante e l’approccio conservativo non mostra i suoi frutti, è possibile operare un’artrodesi delle vertebre interessate (tipicamente L4, L5 e S1), intervento che può essere eseguito con facilità e vantaggi grazie alle tecnologie robotiche utilizzate nella moderna chirurgia vertebrale.

Spondiloartrosi

La spondiloartrosi rappresenta di gran lunga la patologia che più frequentemente colpisce la colonna vertebrale, anche in considerazione della crescita dell’aspettativa di vita media nei paesi sviluppati.
Si tratta di una forma di artrosi che coinvolge le strutture del rachide e che interessa tipicamente l’area cervicale o quella lombare. È causata dai naturali processi di invecchiamento delle strutture articolari della colonna, ovvero dischi intervertebrali e articolazione vertebrali.Anche la spondiloartrosi, chiamata anche spondilodiscoartrosi o osteocondrosi, è tra le patologie vertebrali che possono essere trattate con la chirurgia robotica. L’intervento chirurgico anche in questo caso è consigliabile nelle forme più gravi e degenerative, che non rispondono ai trattamenti conservativi (terapia antalgica, fisioterapia)